Tribunale di Genova, ordinanza del 12 dicembre
"I passi verso la pace sono lentissimi e il terrorismo jihadista e la guerra civile continuano in Mali.
Si deve dunque concludere che il richiedente sia credibile e che le sue dichiarazioni siano plausibili anche sotto il profilo della corrispondenza con la situazione del Paese di origine, in particolare con la certezza che, per la situazione dello stesso Paese, il ricorrente non potrebbe ricevere alcuna apprezzabile protezione o tutela rispetto ad una situazione di elevato e qualificato pericolo di essere vittima innocente degli atti di violenza indiscriminata connessa ai plurimi conflitti armati ed attentati terroristici che non si possono legittimamente ed in maniera minimamente tranquillizzante limitare ad una zona specifica dello stesso Mali: per tutto l’intero territorio di tale stato si deve necessariamente riconoscere sussistente la minaccia grave ed individuale alla vita o alla persona di un civile, derivante dalla violenza indiscriminata in situazioni di conflitto armato, quindi un potenziale ed assai significativo rischio per l’incolumità di qualsivoglia singolo individuo. Il Mali era al momento della fuga del ricorrente ed è tuttora in una situazione socio politica di assoluta emergenza [...] A tutto ciò si può aggiungere che la situazione personale del richiedente rende la sua situazione ancora peggiore."
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