"L'attuale grave situazione del Punjab dove i diritti fondamentali del ricorrente sarebbero pregiudicati ed il suo stato attuale di marcata depressione giustificano la protezione umanitaria"

 

 

Tribunale di Genova, ord. 31 gennaio 2018

"Va premesso che l’art. 5 comma 6 d.lgs. 286/98 non definisce i seri motivi di carattere umanitario che possono impedire il rientro della richiedente nel suo paese di origine e che gli stessi vengono generalmente ricondotti a significativi fattori soggettivi di vulnerabilità (ad es. particolari motivi di salute, ragioni di età, ovvero, come si vedrà, importanti traumi subiti) ovvero a fattori oggettivi di vulnerabilità, che possono essere legati a guerre civili o conflitti in generale, a rivolgimenti violenti di regime, a catastrofi naturali, a rischi di tortura o di trattamenti degradanti ed altre gravi e reiterate violazioni dei diritti umani.


Dalla lettura del verbale di audizione e - soprattutto - dall’esame diretto del ricorrente, benché non sia stato in grado di esprimere i reali motivi che l’hanno portato a lasciare il suo Paese, risulta con evidenza lo stato marcatamente depresso della persona con ridotta capacità intellettiva, come confermato nella relazione dell’ASL Imperiese del 11.1.18 prodotta dal ricorrente. Tale stato configura un fattore di fragilità soggettiva che deve essere altresì valorizzato, in questa sede, con il fatto che il ricorrente è assente dal suo paese da quasi dieci anni e che ha avuto necessità di assistenza sanitaria per quanto in parte superata.
Il collegio ritiene poi sussistenti anche fattori oggettivi di vulnerabilità, connessi alla forte instabilità del Punjab riscontrabili nei dati forniti dall’EASO COI Report 2017 sul Pakistan e, in particolare, sulla provincia del Punjab.
Secondo una relazione dell’ICG del maggio 2016, nel sud della provincia sono presenti reti di militanti ed estremisti. In questa regione i militanti possono essere addestrati, reclutati, possono programmare e condurre attacchi. L’ICG afferma che: “La loro abilità di operare liberamente è principalmente dovuta alle scelte politiche dello Stato, in particolare la storica abitudine di affidarsi a mandatari jihadisti per promuovere interessi nazionali di percezione della sicurezza”. Molte madrasse si trovano nel sud del Punjab. Secondo il quotidiano The Diplomat, a causa dell’esitazione del governo del Punjab nel chiudere le madrasse delle zone meridionali, anche le zone centrali e settentrionali del Punjab si sono radicalizzate. Dopo l’attentato del 27 marzo 2016 a Lahore, il governo ha lanciato un’operazione di sicurezza coordinata nella provincia nell’aprile 2016. Sono stati dispiegati l’esercito pachistano, i Ranger, la polizia e il personale del Reparto antiterrorismo (CTD) del Punjab. Secondo il PICSS, durante il 2016 sono state condotte 179 operazioni di sicurezza contro i militanti. Il TTP, Jamaat-ul-Ahrar e un gruppo affiliato all’IS sono gli autori principali degli attentati terroristici in Punjab nel 2016, motivati dalle uccisioni mirate settarie ma anche dalla volontà di colpire le forze di sicurezza, secondo il PIPS. Il SATP ha inoltre indicato la presenza nella provincia di gruppi radicali come LeJ e JeM. Nell’ambito dell’operazione Radd-Ul-Fasaad, sono state lanciate operazioni di sicurezza nelle città più grandi e nelle aree urbane della provincia.
A tutto ciò si aggiunge il problema della violenza crescente.
Mentre nel 2016, il PIPS ha contato sette attentati terroristici rispetto ai 24 del 2015, con un calo del 69 %, il CRSS ha menzionato il fatto che nel 2016 nella provincia il numero di operazioni di sicurezza fosse stato leggermente più elevato rispetto al 2015. Il CRSS ha menzionato anche altri tipi di violenza, tra cui attacchi di militanti, attentati terroristici, uccisioni mirate e rapine, tutti, a quanto riportato, allo stesso livello degli anni precedenti. All’inizio del 2017, il capoluogo di provincia Lahore ha fatto ancora una volta da sfondo ad alcuni gravi episodi dal punto di vista della sicurezza: il 13 febbraio 2017, un attentato suicida ha preso di mira una protesta di farmacisti presso un’assemblea provinciale a Lahore, uccidendo almeno 13 persone e ferendone 83; il 5 aprile 2017, sei persone sono state uccise e 18 ferite in un attentato suicida mirato contro un team del censimento a Lahore. Il CRSS ha contato 425 vittime nel Punjab nel 2016, con un incremento del 30 % rispetto al 2015. Il CRSS dichiara che il numero più elevato di vittime nel Punjab è dovuto alle operazioni di sicurezza. Secondo le diverse fonti, la maggior parte delle vittime erano militanti e civili, seguiti da forze di sicurezza e altri.
La situazione del Punjab pakistano sopra descritta, anche con riferimento alla zona di provenienza del richiedente, pur non rispecchiando una situazione di conflitto generalizzato, è comunque grave, non si è stabilizzata ed anzi si è deteriorata nell’ultimo anno, come evidenziato dalle fonti sopra riportate.
In attesa di ulteriori sviluppi, si ritiene che, allo stato, la situazione del Paese sopra descritta, valutata complessivamente ed unitamente anche alla condotta regolare tenuta dal richiedente in Italia (non risultano precedenti penali né di polizia a suo carico), evidenzi i presupposti per ottenere il permesso di soggiorno per motivi umanitari ai sensi dell’art. 5 comma 6 d.lgs. 286/98. Il ricorrente, una volta rientrato nel suo paese, si troverebbe in una condizione di specifica estrema vulnerabilità (si veda Cassazione sentenza n.3347/2015) idonea a pregiudicare la sua possibilità di esercitare i diritti fondamentali."

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