Tribunale di Genova, provvedimento 11 aprile 2018
"Il Collegio ritiene che, nel caso di specie, sia fondato il rischio attuale che il ricorrente venga sottoposto a trattamenti inumani e degradanti in Croazia, dovendosi pertanto ritenere impossibile il suo trasferimento.
Infatti, sebbene dall’ultimo rapporto ECRI relativo alla Croazia (reperibile sul sito web del Consiglio d’Europa del 2015, inerente il 4°ciclo di monitoraggio dopo quello del 2012) emergano valutazioni parzialmente positive sugli sforzi fatti dal governo croato con particolare riguardo alla formazione degli addetti (polizia, giudici, avvocati) sulla applicazione del nuovo codice penale per la lotta contro il razzismo ed ogni forma di discriminazione, sulla normativa per consentire l’accesso gratuito alla giustizia ed sulla normativa nella politica migratoria, va detto subito che trattasi di report riferito a monitoraggio ad epoca antecedente a novembre 2014 e che le valutazioni della Commissione risultano positive solo in parte e, soprattutto, solo “in diritto”, non anche “in fatto”.
Del resto, la stessa resistente nulla ha documentato né riscontrato a fronte delle gravi censure sul punto del ricorrente, non curando neanche il deposito di un aggiornamento del monitoraggio del Cosiglio d’Europa, mentre le numerose fonti citate dal ricorrente suscitano non poche perplessità sul sistema di accoglienza e di asilo vigente attualmente in Croazia così come sulle condizioni critiche dei centri di accoglienza (alcuni veri e propri centri di detenzione) e, più in generale, sul clima culturale di intolleranza e discriminazione che si respira nella società civile e anche tra i leader al governo nei confronti dei rifugiati entrati nel paese massicciamente specie con il conflitto in Siria e comunque dall’est del mondo.
Su tale argomento appaiono molto significative le informazioni aggiornate in epoca successiva a novembre 2014 e che si trovano sul sito dell’HUNCR (cfr. http://www.refworld.org/docid/5a9939204.html), riportanti il recente rapporto-denuncia 2017-2018 sulla Croazia di Amnesty International, secondo il quale persistono le discriminazioni contro le minoranze di stampo razziale ed i rifugiati ed i migranti, entrati irregolarmente, vengono respinti senza un effettivo accesso alle procedure di asilo. In particolare in detto rapporto viene denunciato che:
- la Croazia ha continuato a respingere in Serbia i rifugiati ed i migranti entrati irregolarmente nel paese, che gli stessi vengono respinti dalla polizia con frequenti abusi di vario genere (intimidazioni, distruzione documenti, furti, confische irregolari, ecc.)
- in luglio, la Corte di Giustizia dell’ UE ha deciso che la Croazia ha agito in violazione del Regolamento di Dublino consentendo il transito di migranti attraverso il Paese nel corso del 2015 senza esaminare le domande di protezione internazionale
- l’ONG Centro di Studi per la Pace ha documentato che tra gennaio ed aprile, 30 domanda di asilo – comprese quelle di familiari con bambini – sono state rigettate sulla base di ragioni di sicurezza verificate in un controllo di routine nell’ambito del procedimento per la protezione ma dove anche la SIA (Security and Intelligence Agency) è stata considerata parte del procedimento
- la stessa ONG ha documentato che questi procedimenti sono stati classificati come confidenziali/riservati e che non è stato consentito l’accesso agli atti al richiedente e neppure al difensore che non ha avuto possibilità di impugnativa, sicché tali procedimenti si sono conclusi con l’automatico rigetto del Ministero dell’Interno con il rischio per i richiedenti di espulsione nel paese di origine anche in violazione del principio di non refoulement (con rischio di rientro forzato)
- pur essendovi l’impegno di accettare nel corso dell’anno 1.600 rifugiati nell’ambito della ri-collocazione, a metà del mese di novembre solo 100 persone erano state risistemate in Croazia
- infine, nel mese di giugno è stato introdotto in Croazia un emendamento alla legge sulla migrazione che prevede il divieto di accesso all’assistenza base (alloggio, salute, cibo) per gli irregolari con eccezione ai casi di emergenza.
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