Tribunale di Genova 10 Gennaio 2020
Il racconto della richiedente, che in sede di audizione non si è dimostrata molto collaborante, essendo stata silenziosa e reticente nel raccontare la sua storia, anche alla luce di quanto documentato (cfr. doc. 4), presenta fortissimi indicatori (cfr. indici di cui alle “Linee Guida realizzate dalla Commissione Nazionale per il diritto di asilo e dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati – UNHCR”) che portano a ritenere la stessa – benché non lo dichiari apertamente- sia stata vittima di tratta.
Si considerino in particolare l’età al momento della fuga, la provenienza, lo stato psicofisico, (in udienza dimessa, silenziosa, assente), il basso livello di istruzione (praticamente analfabeta) la rotta del viaggio, la permanenza in Libia come prostituta, il suo successivo passaggio in Italia grazie all’interessamento di un uomo arabo amico della sua meretrice, ed infine il contatto mantenuto per un certo tempo (seppur breve) con quest’ultimo dopo l’arrivo in Italia.
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