Tribunale di Genova 9 Gennaio 2020
"Egli, dopo le privazioni ed i maltrattamenti, fisici e psicologici, di cui è stato vittima per tutto l’arco della sua infanzia ed adolescenza, solo in Italia ha trovato pace e la possibilità di sviluppare pienamente la propria persona.
Va sottolineato, sotto questo profilo, lo straordinario percorso di inserimento ed integrazione nel tessuto economico, sociale e culturale italiano: nonostante un bassissimo livello di base di istruzione, si è approcciato alla scuola con impegno e dedizione, ha gestito tale impegno in totale autonomia nonostante i numerosi impegni, si è integrato perfettamente con i compagni e ben presto è diventato un punto di riferimento per il coinvolgimento dei compagni in difficoltà, riuscendo anche a coinvolgere gli altri (compresi gli insegnanti) nelle sue passioni come il calcio e la musica (cfr. relazione SPRAR***). Nell’attività svolta presso l’oratorio *** è stato un prezioso aiuto per gli operatori per la traduzione e la mediazione culturale, facendosi carico di situazioni anche gravi con minori, nelle quali il suo apporto è stato fondamentale (cfr. relazione responsabile doposcuola ***). Ha raggiunto un ottimo livello di italiano (ha sostenuto, tra l’altro, l’audizione in udienza da solo senza l’ausilio di alcun interprete). Infine, ha stipulato un contratto di lavoro intermittente con qualifica di manutentore di primo livello con scadenza 17/6/2020.
Un percorso che verrebbe vanificato in caso di rientro forzato in Senegal. In tale situazione, se tornasse nel suo Paese, per tutto quanto sopra detto, *** incontrerebbe non solo le difficoltà tipiche di un nuovo radicamento territoriale ma si troverebbe in una condizione di specifica ed estrema vulnerabilità, idonea a pregiudicare la sua possibilità di esercitare i diritti fondamentali, legati anche solo alle scelte di vita quotidiana."
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