PROTEZIONE UMANITARIA A CITTADINO BURKINABE' VITTIMA DI PERSECUZIONI RELIGIOSE: "Il racconto del ricorrente, ricco di dettagli, appare frutto di un vissuto personale e rende non decisive le obiezioni della Commissione".

Tribunale di Genova ordinanza del 13 marzo 2020

"La Commissione territoriale reputa il racconto del richiedente lacunoso, pieno di incongruenze e complessivamente poco credibile: dalla pretesa di conversione del fratellastro nei confronti degli altri fratelli, priva di logica e calata dal nulla in una relazione familiare fino a quel momento serena; alla ricchezza e le reazioni influenti del fratellastro, con un racconto stereotipato, alla stretta amicizia col capo della polizia locale, che inspiegabilmente però va a interrogare tutti a casa sua dopo il secondo omicidio, al tentativo di corrompere il medico del pronto soccorso, ignorando l'amicizia di questi con la madre.

(...)

Il Collegio ritiene globalmente credibile il racconto del richiedente, ricco di dettagli e in udienza molto vivo e che appare frutto di un vissuto personale. Le incongruenze rilevate dalla Commissione sono senza dubbio ragionevoli, ma non decisive: è senza dubbio vero che una radicalizzazione improvvisa appare “priva di qualsiasi logica, calata dal nulla”; ma è anche vero, d’altra parte, che è inutile cercare la logica in una radicalizzazione di tal fatta (a che nel Nord del Paese ha portato ad un gravissima crisi della situazione della sicurezza) e quindi non s può escludere che questa sia avvenuta; ed allo stesso modo appare eccessivo, sulla base di un mero ragionamento improntato alla ragionevolezza, escludere l’amicizia tra il fratello wahabita ed il capo della polizia, o il suo tentativo di far valere la propria posizione di potere sul medico.
Si deve ritenere, in ultima analisi, credibile, il racconto del richiedente."

 

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