Tribunale di Genova 21 gennaio 2020
"Deve infine considerarsi, sempre sotto il profilo soggettivo, l'ottimo percorso di integrazione del richiedente nel nostro Paese, il quale, giunto in Italia da ormai più di tre anni, si sta impegnando nell'ambito del progetto volto all'apprendimento della lingua italiana (che parla e capisce), alla esecuzione di attività di socializzazione e volontariato (doc. 18) e lavorativa (doc.ti 5-6-7-12) circostanze queste che consentono di avvalorare un giudizio prognostico positivo sulla integrazione ed inserimento sociale in itinere del ricorrente.
E' chiaro che un forzato rientro in Nigeria vanificherebbe il suo percorso di integrazione e l'enorme sforzo profuso per conquistare una vita migliore.
In tale situazione, se il richiedente tornasse nel suo Paese, incontrerebbe non solo le difficoltà tipiche di un nuovo radicamento territoriale ma si troverebbe, in una situazione di specifica ed estrema vulnerabilità, idonea a pregiudicare la sua possibilità di esercitare i diritti fondamentali, legati anche solo alle scelte di vita quotidiana."
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