Tribunale di Genova 3 marzo 2020
"Come evidenziato dal direttore regionale della parte occidentale e centrale di AI (Marta Colomer), la recente azione repressiva (del 26 gennaio 2020) nei confronti dei dissidenti ha rievocato il passato brutale del Gambia. Sebbene ci siano stati significativi cambiamenti in relazione ai diritti umani da quando Adama Barrow è salito al potere, l'uso eccessivo della forza da parte delle forze di sicurezza per disperdere i protestanti, sta rischiando di alimentare tensioni e di riportare il Gambia ai giorni bui di repressione.
Ciò posto, oltre alla recente instabilità descritta, va tenuto conto anche dell'eccellente percorso di inserimento ed integrazione nel tessuto sociale, culturale e professionale italiano, come risulta dalla documentazione prodotta in udienza ed in particolare: il ricorrente ha frequentato con impegno (con ancora modesti risultati in ragione della scarsa scolarizzazione) i corsi di lingua italiana proposti dal CAS; si è poi impegnato seriamente in tutti i corsi di formazione professionale che gli sono stati proposti dal Cas fino a reperire di recente un lavoro come addetto alle pulizie per essersi distinto per serietà ed affidabilità.
Un faticoso ma positivo percorso che verrebbe vanificato in caso di rientro forzato in Gambia. In tale situazione, se il richiedente tornasse nel suo Paese, incontrerebbe non solo le difficoltà tipiche di un nuovo radicamento territoriale ma si troverebbe in una condizione di specifica ed estrema vulnerabilità, idonea a pregiudicare la sua possibilità di esercitare i diritti fondamentali, legati anche solo alle scelte di vita quotidiana".
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