Tribunale di Genova 17 giugno 2020
"- delle drammatiche vicende vissute in Libia, dove è arrivato dopo un viaggio durato quattro mesi; con altre 114 persone è stato arrestato mentre già si trovava imbarcato verso l’Italia; riportati in porto dalla Capitaneria i fuggitivi sono stati percossi con le armi sicché, dodici di loro, nel tentativo di sfuggire alle violenze si sono gettati in mare e sono annegati.
Segregato in carcere, dove vi è rimasto un mese, è stato picchiato giornalmente e costretto a lavorare, sino a quando un parente non ha pagato per la sua liberazione.
Le sofferenze inflitte rientrano nell’accezione di tortura e di trattamento degradante secondo le convenzioni internazionali e la Corte EDU2.
Quanto al trattamento violento subito dagli stranieri in transito dalla Libia, in particolare provenienti dall’Africa Subsahariana, la notizia - già nota3 – trova conferma, tra l’altro, nelle dichiarazioni rese dal Procuratore della Corte Penale Internazionale all'ONU dell’8/5/2017, secondo cui la Corte penale ha l’intenzione di aprire un’inchiesta ufficiale sulle violenze subite dai migranti in Libia, in quanto sono pervenute da fonti diverse testimonianze di migranti sfruttati, schiavizzati, picchiati o molestati sessualmente4. Più recentemente, tali notizie vengono confermate, e se possibile in senso ancor più grave e drammatico, da tutte le fonti internazionali5."
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