Tribunale di Genova 3 marzo 2022
In conclusione, il Collegio reputa che sebbene i numeri appaiano relativamente bassi a confronto con gli incidenti e le vittime registrate in altre zone del Mali, la sicurezza non sia più garantita nemmeno all’interno della capitale, considerata anche la violenta repressione attuata nei confronti dei civili da parte delle stesse autorità statali, che hanno dimostrato di non essere in grado di mantenere l’ordine senza eccedere nell’uso della forza e di garantire l’incolumità delle persone.
Vista l'estensione del conflitto, come sopra delineato, non possono dunque essere escluse singole zone o città geograficamente collocate all'interno di una zona in considerazione del fatto che i confini degli scontri non sono ben definiti e che un eventuale rimpatrio sarebbe difficile se non impossibile dovendosi considerare, per quanto sopra esposto, la stessa capitale come area coinvolta.
Per tale ragione, in caso di rientro in Mali il richiedente sarebbe esposto ad un concreto ed effettivo rischio per la sua vita e incolumità fisica, circostanza che determina l’accoglimento della domanda di protezione sussidiaria formulata.