Mentre l'assessore alla Sicurezza genovese non ha di meglio da fare che ordinare ai nostri vigili, distraendoli dalle loro reali ed utili mansioni, di censire i profughi che nelle strade della nostra città si trovano costretti per le più svariate ragioni (sulle quali evidentemente l'amministrazione locale non si interroga) a chiedere l'elemosina, ben 55 associazioni si sono riunite nel comitato Genova Solidale per dare risposte concrete alle esigenze di chi arriva nelle nostre città e di chi accoglie.
Ci siamo ritrovati giovedì al circolo Arci lo Zenzero in un incontro partecipatissimo e, alla fine, dopo aver sviscerato alcune delle cause del malessere di chi approda in Italia e chi, da spettatore o da operatore, assiste più o meno attivamente al fenomeno (antico come l'uomo) delle migrazioni, c'era, tra i partecipanti, chi invitava all'ottimismo.
E ne aveva ben donde, nonostante le apparenze.
E' vero che pure a casa nostra, nella nostra città, antifascista per costituzione e meriti, un manipolo di razzisti ha tentato di alzare la voce e brandire mazze (chi non sa usare le parole, tende ad usare armi e bastoni) per opporsi all'accoglienza di pochi profughi nel quartiere di Multedo, ma è altrettanto vero che, in reazione al pericolo del dilagare della xenofobia, si è immediatamete costituito il comiato Genova Solidale al quale ogni giorno aderiscono nuove persone ed associazioni.
L'assessore alla sicurezza può anche divertirsi, utilizzando per mesi i nostri vigili e le nostre risorse cittidine, a stipulare la lista di bisognosi, giocolieri e immigrati, ma ha già perso.
I cittadini si stanno domandando quanto sia costata questa operazione, a cosa serva se non alla personale campagna xenofoba dell'assessore, in che forme e con quali modalità sia stato impartito l'ordine ai poliziotti municipali (non si trova infatti su il sito del comune nessuna delibera in materia) e perchè i vigili si siano sentiti in dovere di ottemperare anziché dedicarsi ai loro reali e ben più preziosi compiti.
Farebbe bene alla giunta genovese un ripasso della Costituzione che impone il principio di uguaglianza e la solidarietà come un dovere.
Nella nostra città, a fronte di un assessore che in nome della sicurezza combatte i poveri e gli emarginati, ci sono centinaia di cittadini che cercano come possono di combattere, invece, più sensatamente, la povertà e la marginalità (e le loro cause) con azioni concrete di accoglienza, aggregazione e formazione. Genova vanta un alto numero di scuole di italiano per stranieri interamente gestite da volontari e la nostra città è stata una delle prime a pronuovere, tramite il Garante regionale per l'infanzia, la possibilità di diventare tutori per i minosri stranieri non accompagnati.
Così si tutela la sicurezza, quella degli altri e la nostra.
I cittadini lo sanno, deve solo capirlo il nostro assessore. Potrebbe giovare, nel processo di comprensione, la lettura della recentissima decisione del Tribunale permanente dei popoli, riunitosi a Palermo nello scorso dicembre, che ha condannato il Governo italiano e l'Unione Europea per le costanti violazioni dei diritti dei profughi e migrati. Nella sentenza, che andrebbe studiata integralmente e imparata a memoria, si legge:Il migranteviene presentato come il primo colpevole, quello su cui ricade la colpa originaria, semplicemente per essersi mosso e aver così disturbato l’ordine degli Stati. La migrazione viene infatti vista come una devianza. Colpevoli sono eventualmente gli aguzzini libici... La colpa, però, si arresta ai confini africani o alle acque internazionali. Quasi a ribadire che sono loro i soli colpevoli. Al di là di quei confini sembra che nessuno sia colpevole. Tanto meno i governi dei paesi europei e dell’UE. Lasciar morire in mare, nei campi di internamento, lasciar compiere ogni sorta di violenza, è colpa... E'giunto il momento di invertire la rotta, e rivendicare il diritto di migrare ed il diritto all’accoglienza come diritti umani fondamentali”
Questa storica decisione e l'alleanza dei cittadini e delle associazioni di Genova Solidale sono, nonostante le inquietanti decisioni di alcuni assessori, motivo se non di serenità, di reale ottimismo
da Repubblica, Genova 14 gennaio 2018