Già da una prima occhiata a questa abnormità giuridica che prende il nome dal suo, diciamo così, ideatore, risulta evidente quanto il ministro dell’inferno abbia spudoratamente in odio l’umanità.
Il suo principale obiettivo è infatti quello di eliminare l’aggettivo “umanitario”, meglio se declinato al femminile, da tutte le norme di legge che i suoi consulenti hanno letto per lui e gli hanno messo sotto gli occhi. Me lo immagino (e la mia immaginazione mi costringe ad un consumo spasmodico di Malox) mentre fa questa ricerca forsennata inserendo i caratteri che compongono l’odiato aggettivo sul suo computer e poi, pigiando rabbiosamente sopra l’icona “cerca”, ritrovata la fastidiosa parola, tenta, schiacciando l’intera mano prima aperta e poi chiusa a pugno sul tasto “cancella”, di eliminarla seduta stante.
Si illude davvero, accecato dall’odio per cotanta umanità faticosamente preservata dal legislatore e ancora presente nei vari testi di legge, che basti cancellare la parola per rendere intere categorie di persone, che lui disprezza e discrimina, meno umane. Non sa, il ministro, che, come la storia ci insegna, non sono le persone alle quali viene tolta “l’umanità” a forza di subdoli articoli di legge e di indecente propaganda, a diventare disumane, ma sono le altre, quelle che quell’umanità vorrebbero sottrarre a restarne privi, a perdere la dignità che dovrebbe caratterizzare i bipedi pensanti, ancor più più se con incarichi di governo.
La lettura del decreto, è a tratti grottescamente esilarante, per chi ama il genere. Si parla di necessità e urgenza proprio nell'anno in cui sono approdati pochissimi profughi (ma in compenso ne sono morti almeno 1600 nei primi nove mesi e molte altre migliaia di creature sono ancora imprigionate nei lager libici), dimenticandosi che lo stesso firmatario si vanta di dormire sonni tranquilli sapendo i profughi annegati anziché vivi sulle nostre coste. Di quale urgenza parla il ministro? A parte la sua compulsiva aggressività verso persone portatrici sane di umanità ? E non potrebbe curarsi anziché affliggere con norme incostituzionali i cittadini che dovrebbe rappresentare?
E poi, il resto del decreto, è tutto una smaniosa soppressione o sostituzione della parola a lui invisa con altre evidentemente meno urticanti:“all’art. 5, al comma 2-ter, al secondo periodo, le parole: “per motivi umanitari.” Sono sostituite dalle seguenti:per cure mediche....” oppure “all’art. 14, comma 1, lettera c), le parole “, per motivi umanitari” sono soppresse..” e cosi via fino ad eliminare ogni traccia di umanità.
Vorrei fargli sfilare davanti, seppure a debita distanza per loro tranquillità, un po’ di quella umanità che grazie alle norme che vorrebbe abolire e ad altre di rango convenzionale o costituzionale che vorrebbe ignorare , sono vivi e regolarmente soggiornanti e non sono stati costretti ad espulsioni scellerate verso paesi dove il loro diritto alla vita, alla libertà personale, alla dignità sarebbero stati irrimediabilmente calpestati.
In tanti in questi giorni, in preda alla preoccupazione di questa deriva razzista, ci stiamo domandando cosa fare. Non in mio nome, sento dire da cittadini che sentono di dover fermare questo processo di avvelenamento della nostra cultura democratica. Lottare. Bisogna lottare, come previsto dalla dichiarazione Onu sui difensori dei diritti umani del 1999: “tutti hanno il diritto individualmente in associazione con altri di promuovere e lottare per la protezione e la realizzazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali” e ancora “nessuno deve partecipare con atti o omissioni alla violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali“.
Noi, che conserviamo umanità e abbiamo in odio il razzismo e le disuguaglianze, non possiamo permetterci più di partecipare neppure con il silenzio o l’indifferenza alla disfatta dei nostri principi costituzionali.
(Da La Repubblica Genova)