"Questa è la città che mi piace!La piazza affollata, straripante di vecchi e nuovi cittadini – perchè la cittadinanza Genova la conferisce non per titoli ma per meriti: adattabilità, permeabilità controllata, riserbo per profondità e non per ostilità, generosità pudicamente celata, solidarietà spontanea allenata in lustri di alluvioni, crolli e altre calamità, forza silenziosa e una sorta di invincibilità. Genova è tornata ad essere accogliente, come sanno essere i porti, al netto dei deliranti divieti ministeriali, e incredibilmente vitale. Genova ha scelto e sceglie, nonostante i suoi amministratori, da che parte stare. E sceglie di schierarsi dalla parte dei diritti inviolabili, universali per definizione e dunque indivisibili.
Altre città vantano sindaci coraggiosi e così fedeli alla nostra costituzione, sulla quale hanno giurato, da anteporre doverosamente a qualsiasi altra norma o interpretazione che potrebbe violarne i principi e l’efficacia. Sono i sindaci, che qualcuno addita ed espone alla pubblica gogna come”disobbedienti”, auspicando per loro punizioni esemplari. Tale Galli, consigliere comunale capogruppo di Forza Italia, scrivendo ai prefetti Emiliani, si sente in dovere di invitarli “alla massima sorveglianza affinchè sindaci della provincia non invitino esplicitamente alla violazione della legge”. Dimentica, Galli e gli altri come lui, che, come impone la dichiarazione Onu sui difensori dei diritti umani del 1999: “Nessuno deve partecipare con atti o omissioni alla violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali e nessuno deve essere soggetto a punizioni o a qualunque tipo di azione vessatoria per essersi rifiutato di farlo”. Questi coraggiosi primi cittadini hanno deciso, fedeli al loro giuramento, di disapplicare le norme della legge, che qualcuno chiama sicurezza, che possano violare i diritti di qualsiasi persona dimorante nei loro comuni ed in particolare quello ad ottenere la residenza ed impartiscono, come fa il sindaco di Palermo Leoluca Orlando”la disposizione di sospendere per gli stranieri eventualmente coinvolti dalla controversa applicazione della legge 132/2018 qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona con particolare, ma non esclusivo, riferimento alle procedure di iscrizione della residenza anagrafica”.
Nella nostra città sono i cittadini a ricordarsi Costituzione e sono loro che si mobilitano, per rivendicarne e ricordarne l’inviolabilità, radunarsi spontaneamente nella piazza principale e marciando pacificamente fino al portone di Palazzo Tursi, rimasto simbolicamente e ostinatamente chiuso.
E sono in parte gli stessi cittadini che affollavano Palazzo Rosso mercoledì sera per ascoltare gli effetti nefasti della legge sicurezza ed i possibili rimedi, nonchè le storie di chi da mesi o da anni ha intrapreso un faticoso percorso migratorio. Un incontro organizzato da Genovasolidale, con l’adesione di tantissime associazioni, nel quale in molti hanno potuto raccontare, davanti ad una platea attenta ed amica, le paure del viaggio, il desiderio e l’irriducibile speranza di futuro, l’angoscia di sentirsi perennemente stranieri e, soprattutto, la determinazione comune a cambiare l’ordine ingiusto delle cose.
Da La Repubblica 20/1/2019