Un'altra isola è possibile

C'è anche un'altra isola, a dire la verità. Sembra impossibile ma è un'ottima rappresentazione in miniatura della follia bipolare che attraversa il Paese negli ultimi mesi. Così, sul medesimo scoglio di mare dove sguaiati urlatori vomitavano i peggiori insulti e le più vigliacche minacce (commettendo una lunga serie di reati) contro la capitana Carola e gli altri salvatori, un’altra Lampedusa, si preparava ancora una volta ad accogliere i naufraghi e l’equipaggio come ad ogni inevitabile e benedetto approdo.

Lampedusa, così come, seppure in forme diverse, Ventimiglia, potrebbe diventare e forse inconsapevolmente è già, un laboratorio di resistenza e preservazione di quella umanità che si è tentato di abolire per decreto e insieme una palestra di refrattarietà al contagio di odio e ignoranza.

Sull’Isola le donne e gli uomini del Forum Lampedusa Solidale costituiscono un esempio unico, ma fortunatamente ripetibile, di esercizio quotidiano, faticoso e coerente di solidarietà.

Sono volontari, residenti o di passaggio, credenti o atei convinti, praticanti tutti, senza riserve, dei precetti costituzionali, che spendono tempo, danari ed energie per aiutare chi sull’isola, siano autoctoni, turisti o profughi, abbiano bisogno in qualche forma, meglio se tangibile, di conforto e di cura.

In un’isola in balia dei capricci del tempo e delle ipocrisie della politica non può che funzionare così: se non si può contare sull'aiuto dall'alto o da fuori, bisogna imparare a sostenersi reciprocamente.

Sull'isola l’ideologia furiosa del “prima io”, se non arginata dall'indispensabile buona pratica della condivisione dei bisogni e delle risorse, potrebbe avere effetti devastanti.

La lucida consapevolezza e la messa in opera dell’indivisibilità dei diritti da parte dei solidali è preziosa e, se non ostacolata o intimidita, può costituire una barriera ed un riparo efficace contro la barbarie di chi crede che la soddisfazione dei propri diritti passi attraverso la negazione di quelli degli altri.

Su quest’Isola troppo spesso masticata e abbandonata da poteri disattenti o spietati, dovrebbe essere lampante per chiunque il segreto dei diritti umani: che se non valgono per tutti, indistintamente, non possono valere per nessuno.

Al Forum si difendono i diritti di tutti e per ciascuno: si promuove il diritto all'istruzione con la biblioteca gestita da volontari che fanno laboratori per bambini (isolani o viaggiatori), si garantisce il diritto all'abitazione a persone disagiate, si offrono ascolto, coperte e “cura” a chiunque ne abbia bisogno. Si tutela il diritto all'inviolabilità della libertà e della sicurezza personale chiedendo la chiusura del centro di detenzione amministrativa.

A Lampedusa si sperimenta la pace sociale in un clima mai come ora avvelenato dall'odio, dalla meschinità e dalla violenza verbale o fisica. Se mai il Nobel per la pace dovesse essere assegnato a Lampedusa dovrebbe andare nelle mani generose ma stanche e schive di Don Carmelo, Paola, Francesco, Alberto, Irene, Rino, Melo, Claudia e delle tante altre anime resistenti del Forum di Lampedusa solidale che danno onore e bellezza a quest'isola difficile e generosa. E che, se li conosco bene, rifiuterebbero sdegnati l’onorificenza: “perché accogliere l’umanità è normale, l’abominio è respingerla”.

Da Repubblica Genova 1° settembre 2019