Se molti hanno imparato a dare un senso e una direzione, seppure lenta e incerta, a queste giornate sospese, per altri le strategie di sopravvivenza diventano sempre più ardue. I senza dimora, gli irregolari, i sans papier, i profughi rifiutati dalle commissioni o respinti in mare da decreti ministeriali, i diseredati della terra, in queste settimane e in quelle a venire rischiano di essere annientati.
Alcuni vengono multati perché osano abitare luoghi pubblici non possedendone di privati, oppure perché si spostano precariamente per un lavoro malpagato e in nero che li espone senza tutele a contagio e sanzioni. Gli stranieri senza permesso di soggiorno vengono colpiti da ordini di allontanamento e indecenti decreti di trattenimento nei centri di rimpatrio, tanto più odiosamente inutili ora che le frontiere sono chiuse e le espulsioni di fatto impedite.
Molti hanno perso il lavoro e cumulano ulteriore angoscia alla pandemica inquietudine.
Ma per amore, più che per fortuna, esistono al loro fianco indistruttibili reti di aiuto, associazioni e singoli cittadini che offrono tutele sociali e legali, studiano, redigono appelli o proposte concrete di soluzioni normative, comprano e distribuiscono cibo e farmaci a sconosciuti più in difficoltà di loro.
Si dice con ingannevole retorica che siamo tutti sulla stessa barca, ma certamente alcuni viaggiano da tempo con l’acqua alla gola. E trovare o diventare dei salvagenti è un’urgente opportunità.
Nella nostra città i volontari di Music For Peace stanno moltiplicando i loro sforzi e svuotando tutti i loro container per offrire un pasto alle famiglie in difficoltà.
“Le espressioni sono le stesse. Identiche su ogni volto: smarrimento. Lo leggiamo negli sguardi delle persone che stiamo cercando di sostenere. Ci contattano gli assistenti sociali e ci chiamano persone in lacrime per chiederci da mangiare, cittadini spaventati “io per ora ho qualche scorta, ma tra qualche giorno finirò tutto, non aiutatemi oggi ma quando avrò bisogno non abbandonatemi”. Altri che hanno perso insieme al reddito il diritto al soggiorno. Stiamo operando dal primo giorno di emergenza senza pausa. Siamo a disposizione di tutti. Siamo figli, fratelli e nipoti di coloro che ne hanno necessità. In magazzino le riserve stanno raggiungendo limiti di allarme. Recuperiamo e svuotiamo le scorte. Senza nessuna pausa, nessun attimo lasciato scorrere insensatamente. Quotidianamente calcoliamo le famiglie, prepariamo i pacchi, restiamo attaccati al telefono per ricevere informazioni e per richiederne.
Si è sviluppata una rete di solidarietà intelligente, sensibile, bella, di persone che hanno compreso la difficoltà comunitaria che tanti vivono in maniera doppia e amplificata. La sofferenza che ha toccato ognuno di noi per qualcuno è più profonda. Il non poter garantire da mangiare ai tuoi familiari è dilaniante. È un assillo che non ti lascia scampo, ti picchia il cervello per 24 ore al giorno. Non dormi. E mentre non dormi, per capire cosa puoi inventarti domani, senti le sirene nella desolazione della città che ti pugnalano il cuore. Music for Peace sta cercando di essere le mani, la testa e il cuore di tutti. Lo fa con criterio, garantendo la massima sicurezza per utenti e volontari . La distribuzione di pasti caldi avviene al di fuori di Stazione Principe. Organizzati minuziosamente stiamo riuscendo a far comprendere anche agli amici di strada l’importanza di alcune norme fondamentali per la tutela della salute di tutti. Stiamo distribuendo disinfettanti, guanti, sapone, spiegando ogni volta il decalogo inviato dall’OMS. E proviamo ad offrire un minimo di tutela legale per chi rischia di sprofondare nell’invisibilità”.
Aiutare qualcuno è un eccezionale esercizio di resistenza. Si può fare anche con un versamento qui IT19L061750140400000206758
In questi tempi di responsabilità e costrizioni l’esercizio della solidarietà rafforza certamente le difese immunitarie.
Alessandra Ballerini e Valentina Gallo (insieme⯑)
La Repubblica di Genova 12 aprile 2020