Dal Comunicato Stampa del Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della responsabilità personale
Gli aspetti strutturali, l’organizzazione delle giornate all’interno dei centri; la tutela delle categorie vulnerabili, quali donne in stato di gravidanza e minori; l’accessibilità dei Centri al mondo associativo e ai media; il “limbo giuridico” degli Hotspot; la promiscuità nei Centri tra migranti irregolari e migranti provenienti da circuiti criminali.
Sono questi alcuni degli aspetti critici emersi dalla visita del Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale in tutti i centri per l’identificazione e l’espulsione dei migranti irregolari (gli attuali CPR) e negli hotspot italiani, pubblicato oggi sul sito www.garantenpl.it. Il rapporto è il frutto di oltre un anno di lavoro di monitoraggio realizzato dal Garante Nazionale dall’inizio della sua attività (marzo 2016) a oggi sulla privazione della libertà dei migranti, ma anche su quelle situazioni in cui de facto sussistono forti limitazioni alla libertà di movimento dei migranti come negli Hotspot. Sono stati visitati tutti i centri per l’identificazione ed espulsione (Brindisi, Roma – Ponte Galeria, Caltanissetta e Torino) e tutti gli Hotspot (Trapani, Lampedusa, Pozzallo e Taranto).