Tribunale di Genova, ord. 26 luglio 2017

"La situazione peculiare del ricorrente, che il Giudicante ritiene verosimile anche se non riscontrata da elementi oggettivi, l’assenza di riferimenti familiari e la situazione di guerriglia che interessa la regione del Casamance consentono di ritenere che il ricorrente, una volta rientrato nel suo paese, si troverebbe in una condizione di specifica estrema vulnerabilità (si veda Cassazione sentenza n.3347/2015) idonea a pregiudicare la possibilità di esercitare i diritti fondamentali. Il ricorrente, dalla documentazione versata in atti, risulta inoltre aver intrapreso un significativo cammino di integrazione in quanto oltre ad aver partecipato a corsi di lingua italiana, ha seguito un corso di formazione come cameriere ai piani di albergo, nonché ha partecipato ad un progetto radiofonico dove ha raccontato la sua storia ed ha altresì svolto un stage lavorativo presso un Hotel ed ora è in procinto di concludere un contratto con una impresa artigiana il cui titolare ha già manifestato la propria intenzione di assumerlo invia definitiva, ove conseguirà un valido titolo di permanenza in Italia Si ritiene, dunque, sussistere una situazione meritevole di tutela umanitaria [...]"

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 Tribunale di Genova, ord. 19 luglio 2017

"Sussistono, invece, ragioni di carattere umanitario, tali da consentire il riconoscimento di tale forma di protezione. Il ricorrente ha, infatti, documentato di avere intrapreso positivamente un percorso di integrazione in Italia, imparando la lingua italiana (il libero interrogatorio si è svolto in buona parte in italiano), frequentando il corso di licenza media, adoperandosi inoltre in diverse attività di volontariato. Da ultimo in data 6 aprile 2017 il ricorrente ha iniziato a lavorare con una borsa lavoro. La positiva integrazione del ricorrente in Italia giustifica il riconoscimento della protezione umanitaria.

Come già in precedenza argomentato, infatti, le situazioni di vulnerabilità che possono giustificare il rilascio di un permesso per motivi umanitari costituiscono un catalogo aperto (Cass., 27 novembre 2013, n. 26566), che può comprendere sia situazioni oggettive relative al paese di provenienza (ad esempio grave instabilità politica, episodi di violenza o insufficiente rispetto dei diritti umani, carestie, disastri naturali o ambientali o altre situazioni similari), sia situazioni soggettive (ad esempio motivi di salute, di età, familiari) e tra queste deve farsi rientrare la positiva integrazione in Italia."

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Tribunale di Genova, ord. 18 luglio 2017

"si ritiene di dover dichiarare la sussistenza dei presupposti per il riconoscimento della protezione umanitaria. Infatti, la grave situazione generale del paese di provenienza del ricorrente sopra citata coinvolgente anche le zone del Sud del paese, quali Uromi da cui proviene il richiedente) consente di accogliere il ricorso con riferimento alla domanda di protezione più attenuata, diretta al rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari. Giovano al ricorrente gli attestati di frequentazione dei corsi di lingua italiana, di avviamento al lavoro edile e di volontariato, oltreché agli appuntamenti liturgici
presso una parrocchia genovese."

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Tribunale di Genova, ord. 14 luglio 2017

"Ritiene tuttavia il Tribunale che meriti accoglimento la domanda del ricorrente di concessione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, che appare giustificata sia sotto il profilo oggettivo che sotto il profilo soggettivo.
Quanto al primo aspetto, la situazione di insicurezza che interessa la zona del Niger Delta nel sud della Nigeria (della quale fa parte l’Edo State) rende più che mai verosimile che se il ricorrente tornasse nel suo Paese, incontrerebbe non solo le difficoltà tipiche di un nuovo radicamento territoriale ma si troverebbe in una condizione di specifica vulnerabilità, idonea a compromettere la sua possibilità di esercitare i diritti fondamentali. 

Tribunale di Genova, ord. del 17 luglio 2017 

" [...] appare plausibile che il ricorrente si sia trovato nella necessità di lasciare il Bangladesh per reperire altrove un’attività lavorativa idonea a consentirgli di mantenere se stesso ed il proprio nucleo familiare allargato. 

La specifica situazione del ricorrente risulta quindi meritevole di protezione, dovendosi peraltro individuare la misura più adeguata alle caratteristiche del caso di specie.

Ritiene questo Giudice che nel caso di specie sussistano i presupposti per il riconoscimento della protezione umanitaria.