Tribunale di Genova, ord. 27 settembre 2017

"[...] emerge chiaramente dal suo racconto che il giovane, sin dall'età di quattordici anni è stato allontanato dalla famiglia e costretto ad arrangiarsi. Evidentemente la famiglia non disponeva di sufficienti mezzi per mantenerlo e se ne è liberata mandandolo in una scuola coranica, dove è noto che ragazzi non imparano nulla che possa aiutarli a costruirsi un futuro, ma restano completamente analfabeti. Se tornasse adesso alle sue terre ---- non saprebbe che fare e dove andare, nessuno lo accoglierebbe. Il vissuto traumatico del giovane è esposto anche nella certificazione della psicoterapeuta dott.ssa ---. E' stato inoltre provato che --- è in una situazione di vulnerabilità essendo malato di tubercolosi. In tale situazione ritiene il Tribunale che sia giusto concedere al ricorrente un periodo di permanenza in Italia, durante il quale egli si possa curare, come sta facendo, e, vista la sua giovane età, continuare a studiare e migliorarsi, in modo da essere un giorno autonomo, anche economicamente. A tal proposito occorre inoltre sottolineare che il ricorrente in Italia ha dimostrato ottime capacità di integrazione e di lavoro, studiando con buon profitto la lingua italiana e offrendosi come formatore presso la --- (vedi relazione del responsabile --- )."

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Tribunale di Genova, ord. 11 ottobre 2017

"...Il Bangladesh resta caratterizzato da una seria emergenza umanitaria. Si aggiunga che il ricorrente risulta aver lasciato il proprio paese non ancora maggiorenne e reca ancora le cicatrici delle violenze subite in patria (come da documentazione medica in atti). La precarietà della situazione del paese di origine e la vulnerabilità personale del ricorrente giustificano il riconoscimento della protezione umanitaria."

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Tribunale di Genova, ord. 11 ottobre 2017

"Si ritiene che meriti invece accoglimento la domanda del ricorrente di concessione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, considerata da un lato l’attuale difficile situazione politica del Bangladesh, che, pur non integrando, nella zona di provenienza del ricorrente, una situazione di violenza indiscriminata derivante da conflitto interno od internazionale e non sussistendo quindi i presupposti applicativi dell’art. 14, lettera c) del decreto legislativo 2007 n. 251 come sopra definiti, resta tuttavia assai delicata e, dall’altro, il fatto che l’interessato non abbia alcuna anche minima prospettiva risocializzante nel suo paese di origine, trovandosi indubbiamente in una oggettiva situazione di grave “vulnerabilità”.

 

Tribunale di Genova, ord. 29 settembre 2017

"[...] proprio il dato dalla scarsità di legami nel paese natale (dato che emerge assai più spontaneamente dalla narrativa), unitamente allo stato depressivo accertato da strutture sanitarie italiane e alle cattive condizioni di salute, lascia intuire una condizione di elevato rischio per la persona in caso di rimpatrio, condizione non meglio indagata dalla commissione e che ben potrebbe indurre il Questore alla concessione di permesso di soggiorno per ragioni umanitarie."

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Tribunale di Genova, ord. 14 settembre 2017

"Anche a prescindere dalla credibilità o meno del racconto è indubbio che il ricorrente appare ormai totalmente eradicato dal paese di origine con cui non conserva alcun contatto. Di fatto non saprebbe
neppure dove andare a vivere e stante, la insicurezza generale del paese (soprattutto per le persone di religione cristiana come il ricorrente) e il fatto che il ricorrente ha reciso ogni legame, si troverebbe in una situazione di particolare vulnerabilità in caso di rientro. Tale eradicazione appare ancora più evidente se si considera che il ricorrente ha trascorso ben undici mesi in Libia e quindi in un contesto del tutto avulso dal suo paese di origine. Qui lavorava sostanzialmente gratis (gli davano solo da dormire) e poi ha subito un arbitrario periodo di carcerazione, legato con le catene e le braccia in alto che gli hanno prodotto delle lesioni permanenti al polso come emerge dalla cicatrice mostrata in udienza (e dal certificato medico relativo ad altre ferite prodotto dalla difesa, ferite che il ricorrente riferisce anche al periodo di vita in Nigeria): una situazione che evidenzia ancora di più lo stato di particolare vulnerabilità.